Di elfi, Avvento e attese

Qualche giorno fa su Instagram ho parlato delle aspettative legate all’arrivo del Natale e di tutto quello che si scatena attorno all’ormai super inflazionato Avvento.

Sui social cominciamo a vederne traccia prima ancora di riporre i costumi da bagno nei cassetti, si spazia del make-up, alla skincare, al cibo e chi più ne ha più ne metta.

Naturalmente non viene risparmiato il mondo della maternità e dell’infanzia. Calendari dell’avvento con mirabolanti attività, elfi acrobatici che ogni giorno devono inventarsene una, giochi e libretti in 24 piccoli pacchettini.

E come ne usciamo?

Prima di tutto decidendo cosa è importante per noi. Cos’è per noi il Natale. (Non è detto sia bello e magico per tutti, ci sono infiniti motivi per i quali una persona potrebbe vivere male le feste).

Come ci piace viverlo? Attenderlo? Qual è il messaggio che noi vogliamo passare ai nostri figli?

Dopo di che, se decidiamo che ci piace fare qualcosa per accompagnare questo periodo che precede il Natale, scegliamo qualcosa che sia bello e sostenibile per noi.

Premesse queste riflessioni che ogni famiglia valuterà, passiamo ad alcuni pensieri rispetto alle mode del momento in tema calendario dell’avvento.

Partiamo dall’elfo: se ci piace l’elfo che ci fa compagnia nell’attesa, benvenuto elfo, ma teniamo presente alcune cose.

Innanzitutto la storia originale di Elf on the shelf è la storia di questo elfo che di giorno sta immobile in casa delle famiglie e guarda come si comportano i bambini per andare a riferire a babbo natale se si siano comportati bene o male e di conseguenza se avranno o no i regali.  Chiaramente messa così l’elfo è un essere minaccioso nonché uno spione.

Quindi la versione originale la accantoniamo, ricordandoci che il Natale non deve essere una minaccia che incombe sulla testa dei bambini trascinandoli in un mese di attesa tra minacce e stress:

‘comportati bene altrimenti babbo natale non ti porta i regali’

‘ti sei comportato bene oggi altrimenti lo dico a babbo eh’

‘l’hai scritta la letterina? Ora vediamo se ti comporti bene e babbo natale ti porta quello che hai chiesto!’

‘sei stato buono/a?’

Sono solo alcune delle mille frasi più o meno simili che si sentono continuamente dire i bambini prima che arrivi Natale.

Non deleghiamo a babbo natale, a Santa Lucia o a chi per essi le responsabilità educative che spettano a noi genitori.

Lasciamo liberi i bambini di vivere la magia del Natale, se si comportano male riprendiamoli e agiamo come riteniamo giusto senza che a ‘punire’ comportamenti errati debba essere la minaccia di non ricevere nulla sotto l’albero (che poi è vero che non ricevono nulla? Non credo…)

Alcune altre accortezze sull’elfo

  1. Ognuno conosce i propri bambini. Se pensate che questi elfi che di notte si muovono per la casa, facendo cose strane possano spaventare il bambino, renderlo inquieto, magari peggiorare il suo sonno già faticoso…evitate di proporlo. Forse non è il modo giusto per la vostra famiglia.
  2. L’elfo sarebbe meglio facesse piccole cose, come nascondersi dentro una pentola o nelle scarpe, porti un pacco di biscotti per la colazione, sorregga lo spazzolino da denti in bagno. Evitiamo scherzi esagerati, perché se all’elfo è concesso di lanciare la farina nel corridoio, o di riempire di schiuma il bidet, poi non è che il giorno che nostro figlio decide di imitare il simpatico elfo ci si possa arrabbiare. Se l’elfo è simpatico e fa ridere mamma e papà sono simpatico anche io.

E il calendario dell’avvento quindi, lo facciamo oppure no?

Costruiamolo come meglio si addice alla nostra famiglia, ai nostri ritmi, alle nostre abitudini ma tenendo presente che questo periodo è quello che precede e aspetta il Natale. Che commercialmente significa il giorno in cui si aprono i regali. Se ogni giorno i bambini aprono un regalo, esattamente cos’è che stanno aspettando?

Ricordiamoci che il cervello del bambino è in evoluzione, cosa può generare in loro questo continuo scartare?

Emozione, trepidazione, continua attesa di quello che verrà dopo, frustrazione.

Dopo aver riempito i bambini di 24 regali piccoli o meno piccoli ecco che arriva il 25 e si scartano altri regali.

E poi, puff, il 26 è tutto finito, troviamo bambini nervosi, affaticati, apatici e ci chiediamo perché.

‘Ecco non sei mai felice stai aprendo regali da un mese e ancora non sei contento’

‘Ecco hai avuto 25 regali e non giochi con nulla!’

‘sei pieno di giochi!!!’

I bambini sono sopraffatti dal troppo, non hanno il tempo di gustarsi le cose, e soprattutto tutto questo paese dei balocchi finisce all’improvviso. E noi li facciamo sentire sbagliati se sentono un senso di insoddisfazione o se chiedono perché oggi non si aprono più pacchetti.

L’avvento è il periodo di attesa del Natale, avere un calendario può aiutare i bambini a capire il senso di attesa, ma non serve farlo diventare un Natale che anticipa il Natale.

Se ci piace l’idea di costruire un calendario dell’avvento personalizzato, prediligiamo attività insieme, un biscottino natalizio e perché no attività rivolte agli altri come riorganizzare i giochi e togliere ciò che è in buono stato a non usiamo più e regalarlo, comprare un pacco di pasta e lasciarlo nelle ceste che spesso si trovano nei supermercati per regalarla a chi ne ha bisogno e così via.

Infine, se nessuna di queste cose ci va, non sentiamoci sbagliate/i, inferiori, non pensiamo che stiamo privando i nostri figli di chissà quale esperienza.

Natale arriva e il tempo insieme e la giusta predisposizione ad accogliere quelle giornate, la gioia ma anche l’eccitazione che potrà fare strabordare alcuni comportamenti, sarà il dono più grande che possiamo fare loro.

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